top of page

THE WAY MAGAZINE NEWS Carlo Mey Famularo, da “Un posto al sole” a “Donna Nera”


La musica che resiste nel tempo. Dalla voce che segna l'inizio della celebre soap televisiva, un brano musicalmente insolito che unisce mondi diversi. E diventerà progetto benefico.

Carlo Mey Famularo Carlo Famularo, in arte Carlo Mey, ha iniziato la sua carriera musicale nel 1991, suonando con Billy Preston e Sam Moore in una data della loro tournee Italiana. Napoletano d’origine, arriva poi al suo primo disco in inglese nel 1992 per la Flying Records. Da allora il cantautore ha girato il mondo con la sua musica e la sigla della sopa opera di Rai Tre “Un Posto al Sole” (cantata con Monica Sarnelli) è diventato un successo internazionale. Ogni giorno nel mondo 20 milioni di persone ascoltano la voce di Carlo, ma molti non sanno molto di più di questo talentuoso artista italiano. Ecco perché l’abbiamo incontrato in occasione del lancio del suo nuovo brano, “Donna Nera”, preludio all’album Cuba Cafè” in uscita nel 2021.

Prodotto e arrangiato da Max Marcolini (producer di Zucchero “Sugar” Fornaciari),“DONNA NERA” è un brano che mescola musicalità blues, afro e la melodia Italiana. Gli autori del brano (si può ascoltare qui) sono Carlo Mey Famularo e Max Marcolini. “Donna nera” è stato registrato nello studio ART MUSIC STUDIO di Max Marcolini.

Carlo hai abituato il tuo pubblico a un giro del mondo in musica. Ora dove sei?

Ho voluto sempre fare il musicista e il cantautore, mi sono spostato dove la musica chiamava. E quindi da 10 anni sono a Milano, dove lavoro e trovo più opportunità. Sono di madre metà venezuelana e metà italiana, ho girato per il mondo soprattutto al Sud, Cuba, Brasile. Sostanzialmente per anni sono stato sempre dove c’era il mare.

Dal tuo fisico si direbbe che sei un uomo di mare!

In effetti sembro un po’ figlio del mare, ma il fisico lo devo al mio passato da pallanuotista e tengo un minimo di forma in eredità dai tempi dell’agonismo. Restano le spalle forti e poi la convinzione che in fin dei conti, gli uomini dovrebbero fare solo gli uomini.

Come nasce l’ispirazione di ‘Donna Nera’?

Durante la mia infanzia ho vissuto per 6 anni in Venezuela nella città di Caracas. All’epoca avevo una bambinaia che si prendeva cura di me: Ines, una bellissima ragazza di colore. Questa canzone è dedicata a lei. Grazie a lei, fin da bambino, ho capito che non esistono differenze di razza e di colore. Con lei avevo instaurato un bellissimo rapporto d’amicizia, d’affetto e di condivisione. Un rapporto sincero che annulla qualsiasi differenza. In Venezuela ho capito cosa fosse la vera integrazione. Questa canzone è un omaggio alla bellezza fisica e spirituale della Donna Nera che mi ha cresciuto.

Come nasce invece il tuo interesse per la musica?

Ho avuto a 12 anni la tastiera, ho iniziato così e da allora ho sempre composto al piano. Nasco dal blues e ho il ritmo nel sangue. Mi piacciono James Brown e Joe Cocker, quando faccio una canzone penso sempre a questi miei riferimenti. Parte un andazzo, poi la melodia giusta e nuova, se arriva. Poi le parole mi vengono naturalmente.

Cosa hai fatto nella tua carriera? Puoi fare un sunto per chi non ha familiarità con la tua ecletticità musicale?

Ho inciso il primo disco in inglese nel 1992 per la Flying Records e dopo due anni ho lanciato “Canzoni per la Vita” da cui venne tratto uno spettacolo televisivo ed un CD con artisti come Ivan Graziani, Paolo Vallesi, Lighea. Ho scritto nel 1996 per Gigi Finizio in occasione del Festival di Sanremo “Prigioniero di un sogno”​. Ho poi pubblicato Spiritonero, Konfusione e Night Club sempre tenendo conto delle mie origini musicali ma con un occhio al mercato internazionale.

Hai un’idea bel precisa dei testi che proponi nelle tue canzoni. Ci dici da dove nascono?

Ho seguito la musica italiana, e riconosco che il testo è importante ma allo stesso tempo se è semplice si memorizza meglio. Questo di ‘Donna Nera’ somiglia a una specie di poesia: frasi come ‘all’ombra del tuo sole’ danno l’idea di qualcosa che stai vedendo, i testi troppo complessi alla Tiziano Ferro o Claudio Baglioni non sono per me anche se mi piacciono. Credo che tanti ascolti di musica estera, da Bob Dylan in giù, mi abbiano formato verso una scrittura più semplice, quelle poche parole che fanno fissare i momenti in riva al mare.

Che porti di Napoli nella tua musica?

A parte i classici napoletani che canto perché fanno parte della mia storia, non partecipo a eventi cantando la musica altrui. Per me, nella fase di crescita esistevano solo Pino Daniele ed Enzo Avitabile.

Cosa ti muove ancora oggi, cosa ti fa credere ancora nel tuo mestiere?

Non ho ansia di successo, devo essere sincero, sono contento di poter vivere di musica anche se lo stop ai live ci danneggia. Però proprio facendo show all’estero l’anno scorso ho scoperto che ci sono milioni di persone nel mondo che seguono ‘Un Posto al sole’ e che si sono affezionate alla sigla. Pensa, sono stato a New York in una serata con cantanti come Clementino e Fausto Leali. La platea cantava la mia canzone. C’è un pubblico enorme al di là dei trapper, persone di ogni età che amano la musica italiana.

Che tipo di pubblico ti segue?

Andrea Bocelli canta cose classiche all’estero. Io porto musica inedita e il mio pubblico è più internazionale che italiano o napoletano. Nasco dal blues e soul, mi piace unire i generi e la melodia italiana. L’origine del melodramma è dentro di me ed è la prima cosa che emerge nelle mie canzoni. Ma poi sono aperto a tutti i mondi: Africa, Brasile, Cuba, quindi abbraccio tutte le persone che hanno questi gusti aperti. Ho in casa figli adolescenti che cantano l’inciso dei miei pezzi dopo poco tempo, li uso come test.

Cosa piace della tua musica, secondo te?

Il fatto che si possa subito cantare, e se si vuole è facile da riprodurre. Perché Battisti è immortale? Perché sono brani suonabili semplicemente alla chitarra. Avere Max Marcolini con me, che è il producer di Zucchero, è anche una garanzia di quella presa pop che rende queste canzoni di grande presa. Ho avuto sempre bei riscontri quando ho proposto musica popolare. Sto pensando per questo a incidere di nuovo la sigla di Un Posto al Sole con una voce femminile molto popolare l’ano prossimo.

Per il video di ‘Donna Nera’ hai lanciato un appello su Facebook…

Avremo una ballerina di Elettra Lamborghini per il video. Vorrei realizzare il mio video e con il 50% del ricavato acquistare strumenti musicali e consegnarli con l’aiuto dell’ambasciata italiana ai bambini poveri di Luanda in Angola. Mettiamo strumenti di pace nelle mani dei ragazzi e non di guerra. Ho avviato questo progetto perché a me la musica ha tenuto occupato distogliendomi da cattive compagnie. Un’esperienza che potrebbe essere replicata in tutti i paesi.

Cosa reputi indispensabile nel tuo lavoro?

Sono legato al contatto con le persone, quindi se riuscirò a pubblicare il mio album entro marzo, vorrei poter tornare su un palco, anche per aprire concerti di altri e dare visibilità alla mia musica. Altro aspetto importante è far vivere la musica. Intendo anche scoprire in altri contesti cose che ho già fatto. Come “Sentimento”, il brano che è arrivato finalista a Sanremo Rock all’Ariston a settembre 2020. Lo avevo incluso nell’album Night Club del 2005, l’avevo inciso con musicisti di Nelly Furtado che ora lavorano con Earth Wind Fire. Questa è la testimonianza che quando la musica vale, resiste al tempo.


THE WAY MAGAZINE Gennaio 2021

articolo di Christian D'Antonio



1 visualizzazione0 commenti

Comments


bottom of page